Hai presente quando per una vita fai un lavoro che ti fa stare tanto in piedi e il dolore alle gambe e alla schiena diventa cronico? Di solito, in questi casi la prima cosa che viene in mente è di ricorrere agli antidolorifici. Il potere racchiuso in una bustina che ha il vantaggio di toglierti subito il dolore, certo. Ma di fartelo ritornare se non si lavora sulla causa.

Come è successo a Marzia. 

Marzia è una donna di 65 anni e di lavoro fa da sempre la barista in un locale in cui è anche proprietaria. Dopo tre anni di continui dolori alle gambe, alle caviglie, ai piedi e per effetto di postura anche alla schiena, si presenta in studio su consiglio della figlia. Dopo un’anamnesi accurata Marzia mi racconta che sta prendendo cortisone da tre anni su consiglio del proprio medico. Iniziamo con una serie di test che fa emergere la sua condizione posturale alterata, l’anca estremamente ridotta con un leggero atteggiamento scogliotico aggravato anche da una fascite plantare molto dolorosa. Il dolore nel tempo era diventato cronico, per questo continuava a prendere cortisone.

Iniziamo i primi trattamenti mirati, e dopo 3 sedute Marzia inizia a perdere questa sensazione di dolore persistente per tutta la giornata. All’inizio avverte una leggera sensazione di malessere solo verso sera, e con il susseguirsi delle sedute a stare decisamente meglio, di giorno come di notte. In accordo con il medico sospende la dose di cortisone. Il medico tuttavia non era neanche al corrente che Marzia stesse continuando ad assumere farmaci per il dolore. Spesso ci capita di farci un’autoanalisi e di ricorrere a una terapia fai da te. Il rischio però in una donna di questa età non è solo l’assuefazione del corpo, ma anche l’osteoporosi. Marzia continua ancora a venire in studio. Dal momento ancora lavora svolgiamo esercizi di mantenimento ogni 3-4 mesi. E no, non ha più dolori.

Ma non è magia. È osteopatia.