Andrea fa il muratore in un cantiere qui vicino. Ha 35 anni, non fuma. Si sveglia dall’età di 16 anni alle 5 del mattino e passa la sua giornata tra calce e mattoni. Gli piace tantissimo il suo lavoro, è lo stesso che faceva il suo papà. L’ambiente di lavoro è stimolante: giovani e adulti, ci si aiuta a vicenda ma – come mi racconta – c’è sempre spazio per una risata.
Andrea arriva da me in studio perché la sua compagna è stanca: Andrea è sempre di malumore e ultimamente ne ha sempre una; prima il male alla schiena, poi al braccio, poi alla gamba. Dolori non gravissimi ma acuti, e non a seguito di una caduta. Si è rivolto più volte al medico, e su sua indicazione ha assunto dei farmaci per alleviare il male. Ma la situazione è poi sempre ritornata come prima dei farmaci. Nella prima parte della prima seduta eseguo un’anamnesi con Andrea: mi faccio raccontare abitudini ed episodi. In alcuni casi eseguo dei test specifici, in altri rimando a esami più appronditi. Per questo non c’è mai un caso come un altro.
Così mentre l’attesa di Andrea era quella che andando dall’osteopata qualcuno gli avrebbe fatto “scricchiolare le ossa” magari della schiena o delle braccia (le zone più interessate dal lavoro manuale del mio paziente), scopro un dato molto importante: Andrea dorme al massimo cinque ore a notte. “Ma lo faccio da sempre. Non riesco ad addormentarmi, ho sempre tanti pensieri nella testa. Così mi metto sul divano, guardo la televisione e solo così riesco ad addormentarmi”, racconta. Un’abitudine talmente radicata che in vacanza Andrea deve avere la televisione in camera. “Altrimenti non dormo. Quel brusio di sottofondo mi rilassa in qualche modo“, continua Andrea.
A quanti capita? Perché quanto riporta Andrea lo riscontro spesso anche in altri pazienti. Riesaminiamo le informazioni: addormentarsi su un divano, che non permette un completo rilassamento del corpo. Non so come siano fatti i vostri divani ma può essere una soluzione eccezionale, ma non ordinaria. Il cervello con quel brusio di sottofondo in realtà viene continuamente sottoposto a stimoli, anche se stiamo dormendo. Infine – ritornando al caso di Andrea – dormire 5 ore a notte, con un continuo sforzo fisico e mentale nel resto della giornata.
E’ chiaro che quelle sensazioni di dolore/fastidio agli arti o alla schiena sono campanelli d’allarme di un corpo che vuole comunicarci che c’è qualcosa che non va. Non dormire bene vuol dire vivere male le relazioni, le azioni quodiane, il lavoro. Quindi irritabilità sbalzi d’umore, astenia (ovvero stanchezza eccessiva). Nel caso di Andrea sono partito dalla zona cranio sacrale, raggiungendo poi lo sterno, l’osso sacro e il resto del corpo. L’osteopatia biodinamica infatti vede l’organismo nel suo insieme. Tutte le parti del corpo sono importanti. Si tratta di rieducare il fisico a lasciare andare le tensioni, respirare, a sentirsi collegato tra mente e corpo. Andrea ora dorme? Certo. E lo fa già dalla prima seduta. Questa settimana ci vedremo per la terza e ultima volta. Lasceremo giusto di mantenimento qualche seduta durante l’anno: “E’ il mio momento per me“, come ha riferito Andrea.
Ma come dico sempre non è magia. E’ osteopatia.