Avete presente quando si dice «rodere il fegato»? Oppure «mi sono preso un bel mal di pancia» per raccontare una situazione di paura o di nervoso?
Da una parte ci sono le emozioni, dall’altra zone del corpo che sono entrate non a caso nel nostro modo di esprimerci per raccontare una sensazione di malessere, che dal nostro modo di vivere e gestire la quotidianità contagia anche il nostro organismo.
Noi siamo fatti di emozioni, non sempre manifeste, non sempre auto riconosciute. Le viviamo da quando ci svegliamo al mattino a quando ci addormentiamo la sera. E non sempre siamo in grado a gestirle. A volte si tratta di blocchi emotivi, vale a dire il non riuscire ad affrontare situazioni – sia piacevoli che negative -. Altre volte ci riferiamo a una generale tendenza a “somatizzare”: da disturbi più evidenti (gastrite, cefalee, nausea) ad altri più inconsci (acne, dermatiti, perdita di peso, perdita di capelli). O ancora a spot: l’attacco di dissenteria in occasioni o periodi stressanti; l’insonnia di fronte a episodi che non ci riguardano magari direttamente, ma che ci danno comunque da pensare.
Chi ha vissuto nell’ultimo mese almeno una di queste condizioni si renderà conto che non è possibile sminuire il ruolo che le emozioni giocano nella nostra quotidianità.
L’osteopatia può essere la chiave di volta per gestire il nostro modo di vivere le emozioni. Come raccontato anche in altre occasioni, si parte dal principio per per l’osteopata non c’è una zona del corpo di cui avere cura rispetto alle altre: tutte sono collegate le une alle altre. Se c’è qualcosa che mette in difficoltà il cervello – sede del lavorìo continuo e incessante per le nostre emozioni – allora tutto il corpo ne è coinvolto. A partire dalla postura, magari raccolta o insaccata come di chiusura con il mondo. O il respiro, come se fossimo sempre di corsa.
L’intervento dell’osteopata serve a riparare una meccanica ingolfata: una metafora per raccontare il nostro corpo, dove i trattamenti sono dei tocchi gentili capaci di prendere coscienza di se stessi. Non c’è un racconto standard di come avviene un ciclo di sedute in questo caso perché ogni persona e ogni caso è a sé. I benefici immediati e duraturi nel tempo.
Ma come dico sempre non è magia. È osteopatia.