Come ogni anno è il trend di questo periodo: molti quando arrivano qui in studio lo definiscono “mal di pancia”, altri “stare male dopo aver mangiato”. Per altri ancora è un acuirsi di questo periodo: feste di compleanno, feste di saluto per la Pasqua, con la promessa che “dopo però smetto di mangiare”. Come se il reflusso gastro-esofageo sparisse con il digiuno.
A soffrire in Italia di gestione del reflusso gastro-esofageo – secondo quanto riportato dall’International Meeting Gastro-Esophageal Reflux Disease – sono 15 milioni, sia in casi cronici che di acidità saltuaria (fonte: Centro San Camillo). Ma innanzitutto vediamo cos’è. La malattia da reflusso gastro-esofageo è un comune disordine del sistema gastro-intestinale dovuto a più fattori.
Solitamente lo avvertiamo con la pirosi, ovvero quella sensazione di bruciore o dolore nella zona che solitamente chiamiamo “bocca dello stomaco”, alla zona dietro lo sterno e toracica che può propagarsi sino alla mandibola, broncospasmo, tosse secca e gusto acido in bocca. Altri sintomi:
- bruciore di stomaco;
- dolore toracico e/o retrosternale;
- eruttazioni e difficoltà a digerire;
- nausea sia dopo aver mangiato ma anche a digiuno;
- singhiozzo
Ma perché oggi vi parlo di reflusso? Perché le cure farmacologiche sono quelle che solitamente vincono sul paziente nel trattare i sintomi. Tuttavia se ci pensiamo si tratta di soluzioni palliative che risollevano in quel momento dal fastidio e dai sintomi ma che rendono poi l’utilizzo del farmaco necessario, praticamente in dose quotidiana. L’unico approccio funzionale ad oggi risulta questo, ma rende il paziente dipendente dalla dose quotidiana per poter vivere senza colori e fastidi.
Ci arriva invece in aiuto l’osteopatia, inserito proprio come approccio funzionale ai casi di reflusso gastro-esofageo. Il trattamento che sottopongo in studio – dopo un’attenta anamnesi con un rimando a un medico specialista se necessario – parte dal diaframma e dalla colonna vertebrale, per poi arrivare a tutto il corpo nel suo insieme: viscere, piedi, cranio. L’approccio dell’osteopatia biodinamica infatti non interviene su una singola parte del corpo ma sull’organismo nel suo insieme. Un equilibrio che funziona solo se tutte le parti funzionano. I benefici sono immediati.
Ma come dico sempre non è magia. È osteopatia.