“Che fretta c’era, maledetta primavera?”. Chi la conosce questa canzone? Perché se a questa storia dovessimo mettere una colonna sonora, sarebbe sicuramente questa.
Alessia ha quasi trent’anni e si presenta in studio da me perché da quando è adolescente non riesce a respirare appena la primavera su fa sentire. “Non è vita per me: sento agli occhi come delle lame, starnutisco, mi brucia la gola”. Fino ad ora è andata avanti ad antistaminici e tachipirina, ma da quest’anno preferirebbe limitare l’utilizzo di farmaci in quanto incinta.
Dall’anamnesi del primo incontro e dai test effettuati su indicazione del medico, i sintomi riportati da Alessia sono quelli di una rinite allergica. Le riniti infatti non sono tutte uguali: c’è quella idiopatica, che dalla eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni alla mucosa del sangue genera un accumulo di sangue e liquidi i cui sintomi però vengono confusi con la classica rinite. C’è poi quella infettiva (attenzione: anche con la presenza di febbre e tosse). E infine la rinite allergica: è quella sensazione continua di naso continuamente chiuso associato a malessere diffuso.
Il percorso osteopatico che inizio con Alessia parte da un riequilibrio dalle ossa e articolazioni collegate al cranio. I seni paranasali, frontali e mascellari devono infatti funzionare bene per permettere un ottimale ricircolo dell’aria nel nostro corpo. Inoltre Alessia presenta una rigidità muscolare data quasi dalla paura di respirare, una sensazione che – mi racconta – prova chi soffre di rinite allergica. Come racconta la giovane l’arrivo della primavera non è solo una questione di respirare male, ma è una sensazione che dal naso, occhi e gola si estende al resto del corpo: “Sono nervosa, me la prendo spesso con chi mi sta accanto. Mi ritrovo a urlare ai colleghi che osano aprire la finestra quando lavoriamo. Vedo tutti felici e io mi deprimo perché vorrei essere come loro, mi sento diversa. Odio la primavera”.
Alessia ha iniziato a venire da me in studio da poco, il periodo ideale perché ancora la graminacee non sono nel loro pieno e ci permette di lavorare con tranquillità. Il beneficio è stato per tutto il corpo e immediato. Ovviamente Alessia sa di poter contare sul supporto farmacologico all’occorrenza in questi casi, ma come mi ha raccontato vedendo in questi giorni le prime gemme sugli alberi “Per la prima volta da quando ho praticamente memoria non ho pianto e non sono stata nervosa vedendo l’arrivo della primavera. Quest’anno sono pronta”.
Ma come dico sempre non è magia. È osteopatia.